Goldoni - Parini - Alfieri - Vita, Personalità, Opere
Vita, personalità e opere dei principali autori della letteratura italiana
Riassunti o parafrasi
Il testo dopo una premessa sull’Arcadia e l’Illuminismo, espone la riforma del Goldoni e ne tratta le principali commedie (La famiglia dell’antiquario, Il bugiardo, La locandiera, I rusteghi, Le Baruffe Chiozzotte, Il Ventario) e i Mémoires. Parini: Il Giorno, Le Odi (La vita rustica, La salubrità dell’aria, La educazione, La caduta, Il Messaggio, Alla Musa) e infine dalle Prose si illustra il Dialogo sopra la nobiltà. Alfieri: Agamennone, Oreste, Saul, Mirra e una scelta fra le opere minori (La Vita, Le Rime, i Trattati politici, Il Misogallo).
Carlo Goldoni – scrisse lui stesso – nacque con un «certo particolare genio», che fin dalla prima giovinezza lo portò, «per una innata e insuperabile forza», al teatro. «Da bambino – raccontò poi – aveva assistito con gusto a spettacoli di burattini; e lesse assiduamente opere sceniche, acquistando una cultura abbastanza ampia di composizioni italiane e straniere; e più volte, nel corso della sua vita fino al ’47, ebbe contatti e rapporti con il teatro e uomini di teatro» (Petronio).
— «Goldoni, questo “avventuriero onorato”, che pareva trascorrere la vita “con una marionetta in mano”, come ebbe a dire il Carducci, dotato di una natura acritica, istintiva, tutta semplicità di atteggiamenti, che non offre possibilità di appigli per lo sviluppo di vaste e complesse problematiche, ebbe tuttavia coscienza vivissima della missione teatrale cui era chiamato» (Oliveri-Sarasso) e a tale missione dedicò tutta la sua vita con costanza e continuità, nonostante i contrasti e le difficoltà che dovette incontrare. Temperamento esuberante e pieno di vita, Carlo Goldoni non sopporta facilmente il corso di studi impostogli dal padre, che lo vuole giurisperito… «La mancanza di entusiasmo per l’avvocatura è dovuta al fatto che la vera passione, da sempre, è il teatro, tanto che i suoi primi “intermezzi” sono anteriori alla laurea» (Gioanola).
Quando il Parini fece il suo ingresso nella società e nel mondo culturale milanese, la cultura italiana ed europea si trovava in un momento cruciale. In particolare Milano era la sede più operosa e il centro propulsore del vasto moto di rinnovamento culturale e spirituale propugnato dall’illuminismo. Gli illuministi lombardi trovarono nel governo di Maria Teresa un valido sostegno alla loro opera di riforma, che avrebbe modificato profondamente la struttura dello Stato milanese e l’indirizzo della cultura italiana.
— Dotato di un grande equilibrio interiore e di una perfetta lucidità spirituale, egli poté accogliere le istanze più profonde, e spesso contraddittorie, di un’epoca complessa qual era il Settecento. Il suo stesso arco di vita, che si estende dai primi decenni alla fine del secolo, lo fa uomo interamente di quel secolo. È facile quindi «individuare nell’opera sua le componenti storiche: da una parte l’educazione umanistica e classica sollecitata dal movimento arcadico (…), dall’altra le istanze civili e sociali dell’illuminismo» (Zuradelli); ma il merito del Parini sta soprattutto nell’aver operato una lucida sintesi di questi vari elementi, sintesi che egli raggiunse, nota ancora lo Zuradelli, «mediante un supremo equilibrio frutto di una vigile intelligenza che discerne, fra le novità proposte dal secolo, le autentiche dalle speciose e che individua con ferma chiarezza una linea di coerente continuità fra antico e nuovo, fra tradizione e modernità».
Vittorio Alfieri, il primo ed unico grande tragediografo italiano. Per quanto la critica non sia sempre stata concorde nella valutazione dell’opera alfieriana, manifestando riserve soprattutto sul valore artistico delle tragedie e preferendo ammirare più l’uomo che il poeta, più il maestro di libertà e di patriottismo che il creatore di opere d’arte, resta comunque confermata l’importanza che l’astigiano ebbe nel rinnovamento morale, civile e letterario del Settecento; anzi la moderna critica, dopo aver esaltata l’altezza della sua poesia, considera l’Alfieri come annunziatore della spiritualità romantica, per il suo individualismo, la forza delle passioni, il culto della libertà e soprattutto per il carattere malinconico e solitario. I personaggi della tragedia alfieriana sembrano declamare dei soliloqui, in cui le loro passioni impetuose e incoercibili si manifestano con una forza immensa; «per uno scrittore di teatro – osserva sempre il Russo – sarebbe stata necessaria una maggiore freddezza ed un maggior equilibrio e dominio del proprio tumulto espressivo». Ma proprio in questa forza titanica di creature che si scontrano con eguale volontà e vigore fino alla catastrofe, sta la grandezza della tragedia, che indubbiamente fa nascere nello spettatore un moto spontaneo di ribellione.
Indice
L’età dell’arcadia e dell’illuminismo
Il Settecento
L’accademia dell’Arcadia e Metastasio
La nuova storiografia
L’Illuminismo
Carlo Goldoni
La personalità
La vita
La riforma del Goldoni
Le commedie
La famiglia dell’antiquario
Il bugiardo
La locandiera
I rusteghi
Le Baruffe Chiozzotte
Il ventaglio
I “Mémoires”
Dai “Mémoires”
Giuseppe Parini
La personalità
La vita
La poetica
Il Giorno
Le Odi
La vita rustica
La salubrità dell’aria
La educazione
La caduta
Il messaggio
Alla Musa
Dalle “Prose”
Dialogo sopra la nobiltà
Vittorio Alfieri
La personalità
La vita e le opere
Le tragedie
Agamennone
Oreste
Saul
Mirra
Opere minori
La «Vita»
Le «Rime»
I trattati politici
Opere polemiche – Il «Misogallo»
Scheda tecnica
- Tipo Scuola
- Scuole Superiori
- Numero Pagine
- 320
- Altezza
- 165
- Larghezza
- 120
- Peso
- 204
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